STORIA D'AMORE, D'AMICIZIA, D'AZIONE E DI 'NDRANGHETA
Questa storia nasce dalla mia fantasia, ma non sono sicuro che sia proprio tutta fantasia…
Forse qualche dubbio ce l’ho e voglio lasciare al lettore l’onere di scoprire se è invenzione o verità.
Racconto una storia fatta di persone, di luoghi, di traffici, di ‘Ndrangheta, di uomini di legge. Ti parlo di drammi, fatiche, amori, onore, guerre e doveri.
Ci sono quattro storie che si intersecano tra loro. Le due principali sono un abnorme affare di droga che coinvolge le famiglie della 'ndrangheta reggina e le indagini condotte da un pool costituito appositamente con sede a Reggio Calabria. L'ambientazione è internazionale e coinvolge Europa, America del sud e Africa, oltre alla Calabria, fulcro centrale. Attorno agli eventi raccontati si aprono altre due storie parallele: una, sbarazzina e molto audace, tra Elena e Gennaro, due dei Carabinieri che indagano; l'altra, invece, è una storia d'amore dal sapore più "tradizionale" che coinvolge il boss principale ed una donna che sarà la chiave di tutto.
Bisognerà leggere e scoprire, man mano che i fogli scorreranno, vicende che s’intrecciano, che cambiano direzione, personaggi che appaiono e poi spariscono dalle scene; righe sudate che ti accompagneranno verso l’epilogo.
Questa è una storia di male o di bene... dipende dai punti di vista. E’ una storia di vittorie o sconfitte... dipende ancora una volta dai punti di vista. E’ una storia con una fine o senza una fine… dipende anche questo dai punti di vista.
Vorrei parlare del mio, ma rischierei di condizionare la lettura.
Sped. gratuita
STORIA D'AMORE, D'AMICIZIA, D'AZIONE E DI 'NDRANGHETA
Oltre il muro è una storia che nasce alle pendici dell'Aspromonte, ma si sviluppa in un contesto territoriale internazionale. E' lo specchio di ciò che la 'ndrangheta ha costruito negli anni, uno spaccato dei suoi affari internazionali di droga.
In una terra dove la lotta è cosa quotidiana e dove tutto si staglia su uno sfondo grigio, esistono sfumature dai toni vivi che alimentano sogni e speranze.
“Oltre il muro” è un apoftegma al quale si possono dare mille significati. In questa storia prende un’accezione di vittoria del bene, del giusto, dell’amore, e allontana le ombre che si celano dietro la vita di ogni giorno, plasmate e poi nascoste dalla lunga mano della ‘ndrangheta.
L’ipotetico “muro”, non è altro che la barriera creata dalla malavita calabrese consorziata in quel pacchetto di “Onorata società” che è, invece, il disonore di un’intera comunità. Oltrepassare, ovvero scavalcare quel muro a ritroso e tornare indietro, è quasi impossibile, a meno che non si facciano scelte di vita drastiche e non si cancelli tutto il passato.
Questa storia è l’intreccio di due vicende legate e correlate tra loro, all’interno delle quali si evolvono percorsi affini che ne segnano i risvolti.
Il romanzo si sviluppa attorno al progetto di un affare clamoroso legato al mercato mondiale della coca e portato avanti per conto della ‘ndrangheta calabrese, più specificatamente, di quella reggina. Il progetto nasce per aumentare esponenzialmente, di ben oltre venti volte in un anno, quello che era l’attuale fatturato e coprire enormi mercati ancora vergini, oltre che egemonizzare in assoluto il sistema droga.
Da una parte c’è il protagonista primario, Ettore Mezzacorona, boss calabrese. E’ lui il personaggio chiave.
Coinvolge le famiglie reggine sotto l’ala protettrice del capo delle cosche della zona. Attua una strategia che implica l’acquisto di tutta la coca disponibile presso i cartelli colombiani ed il trasporto fino al cuore dell’Europa. E tutto ciò con l'intento di coprire l'intero mercato interno ed anche quello russo; nuovo El Dorado del consumo.
Questo processo destabilizza l’intero commercio mondiale della coca, ma permette alla ‘ndrangheta di stabilire un suo prezzo di acquisto e di vendita senza nessun ostacolo. Le misure per salvaguardare il carico fino a destinazione detteranno i tempi degli eventi raccontati.
Dall’altro lato si innesca un meccanismo di indagini pronto a sconvolgere il nuovo “sistema” organizzativo.
Al Centro Direzionale di Reggio Calabria, un reparto speciale dei Carabinieri che si avvale della collaborazione di altre forze armate e di spionaggio internazionale, è al lavoro per riuscire a scoprire i movimenti e gli obiettivi della ‘ndrangheta reggina.
Gli sforzi fatti da Antonio Masseo, Capitano dei Carabinieri, e dai suoi luogotenenti, danno i frutti sperati riuscendo a mettere in enormi difficoltà il cuore stesso della ‘ndrangheta.
Tra le due vicende parallele si insinuano due storie d’amore: una piuttosto classica e romantica, che però ha la capacità di scuotere il protagonista principale, Don Ettore; l’altra molto più informale e vicina ai costumi di oggi, dove il senso del romantico lascia il posto ad un rapporto più sbarazzino e passionale tra Gennaro ed Elena, i due Carabinieri co-protagonisti, che indagano sull’affare.
Durante il percorso di questo romanzo ci sono stralci di crudeltà dovuti alle guerre che nascono a causa del grosso e appetitoso affare, ma c’è, soprattutto, un finale in cui vince lo Stato.
Il pool che indaga, smantella l’intera operazione infliggendo alla ‘ndrangheta il peggior colpo che essa poteva subire. Recupera la droga, sminuisce la forza della mala agli occhi del mondo e innesca un forte malcontento nelle varie famiglie malavitose, al punto in cui esse stesse tenderanno a smembrarsi e a non rispettare più i patti storici. Una specie di biblica zizzania, un virus che corrode dal di dentro.
Anche il salto “oltre il muro” di Don Ettore è un’altra vittoria. Nonostante sia stato un atto forzato, in nome dell’amore taglia il cordone ombelicale che lo lega alla ‘Ndrangheta e sparisce costruendosi una nuova vita.
A volte, nonostante le difficoltà ambientali e culturali, ci sono forze che ti spingono nella giusta direzione. Questa è la vera speranza che ancora resta a questa Calabria.
La vittoria, in questa storia, è quella del cambiamento; possibile, attuabile ed auspicabile.
Concludo con le ultime frasi del libro, parte finale anche di un mio personalissimo dialogo col lettore; un tête-à-tête in cui però sono solo io a parlare.
“Chiudo con questa serie di domande: dov’è l’onore, se per cucirselo addosso si uccide? Dov’è l’onore, se in realtà è solo un gioco di potere? Dov’è l’onore, se è il denaro l’unico credo? Dov’è l’onore, se per averlo e tramandarlo ai miei figli, uccido i tuoi?
Che onore è?
Non c’è risposta!”
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